sabato 14 novembre 2009

Morale e politica

dal D di Repubblica no. 671, 14 Novembre 2009, p. 186.
Non è propriamente sdivulgazione scientifica, ma sempre di sdivulgazione (filosofica) si tratta. E poi risolleva una domanda gia' emersa nell'ultimo post: come funziona l'apparato mnemonico di Umberto Galimberti?
Nella sua rubrica delle lettere di questa settimana, Galimberti risponde a una dotta domanda su morale e politica, dove si parla di Kant e molte altre cose interessanti. Nella sua risposta Galimberti riassume con mano ferma duemila anni di storia della filosofia: "Per il mondo greco, morale e politica non potevano che coincidere, dal momento che, come scrive Aristotele nella Politica 'gli uomini hanno lo stesso fine sia collettivamente sia individualmente'".
Ma due paragrafi dopo, ecco che "la filosofia greca e la tradizione giudaico-cristiana, che sono le due radici dell'Occidente, hanno deciso di volta in volta, e con vicende alterne, di dare il primato alla morale o alla politica"
Dunque: secondo i greci morale e politica erano la stessa cosa, ma ogni tanto una prendeva il sopravvento sull'altra. Ovvero su se stessa. La memoria del moscerino colpisce ancora.
Per gli appassionati di storia della filosofia galimbertiana, consiglio comunque la lettura integrale del dotto articolo. Le domande sono inquietanti: "come puo' una morale, i cui principi discendono dalla natura concepita come immutabile [ma quando? per chi? e perché?], valere nell'eta' della tecnica che ha risolto la natura in materia prima [che vorrà dire?], in ogni suo aspetto manipolabile?"
(Ahi ahi ahi, povero Kant...)

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