martedì 23 febbraio 2010

A cosa pensano i batteri?

La sdivulgazione fa comodo a molti, e gli scienziati ci marciano alla grande. Un esempio paradigmatico: sui Proceedings of the National Academy of Science appare il mese scorso un articolo intitolato "PAS domain containing chemoreceptor couples dynamic changes in metabolism with chemotaxis". Per gli appassionati di batteri, ecco l'intero abstract:

"Chemoreceptors provide sensory specificity and sensitivity that enable motile bacteria to seek optimal positions for growth and metabolism in gradients of various physicochemical cues. Despite the abundance of chemoreceptors, little is known regarding the sensory specificity and the exact contribution of individual chemoreceptors to the lifestyle of bacteria. Azospirillum brasilense are motile bacteria that can fix atmospheric nitrogen under microaerophilic conditions. Here, we characterized a chemoreceptor in this organism, named AerC, which functions as a redox sensor that enables the cells to seek microaerophilic conditions that support optimum nitrogen fixation. AerC is a representative of a widespread class of soluble chemoreceptors that monitor changes in the redox status of the electron transport system via the FAD cofactor associated with its PAS domains. In A. brasilense, AerC clusters at the cell poles. Its cellular localization and contribution to the behavioral response correlate with its expression pattern and with changes in the overall cellular FAD content under nitrogen-fixing conditions. AerC-mediated energy taxis in A. brasilense prevails under conditions of nitrogen fixation, illustrating a strategy by which cells optimize chemosensing to signaling cues that directly affect current metabolic activities and thus revealing a mechanism by which chemotaxis is coordinated with dynamic changes in cell physiology."


Non avete capito niente? Non importa: in sintesi l'articolo riporta uno studio dei ricettori (AerC) di un particolare batterio (l'Azospirillum) che gli permettono di reagire in modo sorprendentemente efficace ai mutamenti ambientali. Non è una ricerca particolarmente eccitante, così il sito web dell'Università del Tennessee (dove lavorano alcuni autori) decide di riportare la notizia col titolo: "Knoxville Research Finds New Ways to Understand Bacteria’s ‘Thinking’".
I batteri pensano? E chi lo sa, la psicologia batterica è ancora un campo inesplorato, e l'articolo si occupa se mai di percezione, non di pensiero. Infatti "thinking" è messo fra virgolette. Gladys Alexandre, uno dei ricercatori intervistati, parla di decision making dell'Azospirillum - ma anche qui la "presa di decisione" è fra virgolette: poco più che una metafora.
Ma nulla può fermare la sdivulgazione: sdivulgando sdivulgando (provate a cercare su Google "Gladys Alexandre bacteria think") spariscono anche le virgolette, e si arriva al titolo del Venerdì di Repubblica (19 Febbraio 2010, p. 72): "Che sorpresa: il microbo, nel suo piccolo, pensa".
E' quel nitrogeno a dargli tanti, tanti pensieri...

sabato 14 novembre 2009

Morale e politica

dal D di Repubblica no. 671, 14 Novembre 2009, p. 186.
Non è propriamente sdivulgazione scientifica, ma sempre di sdivulgazione (filosofica) si tratta. E poi risolleva una domanda gia' emersa nell'ultimo post: come funziona l'apparato mnemonico di Umberto Galimberti?
Nella sua rubrica delle lettere di questa settimana, Galimberti risponde a una dotta domanda su morale e politica, dove si parla di Kant e molte altre cose interessanti. Nella sua risposta Galimberti riassume con mano ferma duemila anni di storia della filosofia: "Per il mondo greco, morale e politica non potevano che coincidere, dal momento che, come scrive Aristotele nella Politica 'gli uomini hanno lo stesso fine sia collettivamente sia individualmente'".
Ma due paragrafi dopo, ecco che "la filosofia greca e la tradizione giudaico-cristiana, che sono le due radici dell'Occidente, hanno deciso di volta in volta, e con vicende alterne, di dare il primato alla morale o alla politica"
Dunque: secondo i greci morale e politica erano la stessa cosa, ma ogni tanto una prendeva il sopravvento sull'altra. Ovvero su se stessa. La memoria del moscerino colpisce ancora.
Per gli appassionati di storia della filosofia galimbertiana, consiglio comunque la lettura integrale del dotto articolo. Le domande sono inquietanti: "come puo' una morale, i cui principi discendono dalla natura concepita come immutabile [ma quando? per chi? e perché?], valere nell'eta' della tecnica che ha risolto la natura in materia prima [che vorrà dire?], in ogni suo aspetto manipolabile?"
(Ahi ahi ahi, povero Kant...)

giovedì 5 novembre 2009

E’ la mappa dei nostri ricordi a dirci chi siamo e dove siamo

Da Repubblica, Martedì 3 Novembre 2009, pag. 42 (leggi tutto l'articolo)

Sempre Repubblica dedica due intere pagine alla recente scoperta che è possibile manipolare i ricordi della drosofila melanogaster (tipo "come puzzava quella banana ieri sera... era veramente deliziosa!")

Si legge dunque in basso a sinistra che "tutte le forme di vita animale, dalla più semplice in su, hanno la funzione della memoria. Serve a ricordare dove e come prendere il nutrimento, quali sono i pericoli e come evitarli. Senza la capacità di formare ricordi e rievocarli, la vita animale è impossibile."

Ottimo. Ma in alto a destra ecco un dotto articolo firmato da Umberto Galimberti, il Grande Copiatore. Preso dall'entusiasmo, ci dice che "Costruendo Io e Mondo, la memoria dischiude quell' apertura al senso da cui è escluso l'animale che, senza memoria, non sa di sé e del mondo che lo circonda. 'L'animale tace—scrive Heidegger—perché non sa cosa dire', la mancanza di memoria gli cancella qualsiasi orizzonte come offerta di un possibile senso."

E va bene, mischiamo tutto—memoria, coscienza, significato, intenzionalità, in fondo sono un po' la stessa cosa. Heidegger aveva già capito tutto.

Ma soprattutto, mi chiedo, non gli hanno detto che l'esperimento consisteva nel manipolare la memoria di un animale?? Mi sa che i redattori del giornale gli hanno tirato un brutto scherzo!

Ma proseguendo nella lettura, vediamo che poche righe dopo lo stesso Galimberti ci informa che "le recenti scoperte scientifiche che hanno verificato (per ora a livello di moscerini) la possibilità di iscrivere nella memoria 'falsi ricordi' ... erano già implicite nella neuropsichiatria di Bleuer e Jung e nella psicoanalisi di Freud ..."

Ma allora decidiamoci: 'sti moscerini ce l'hanno o no la memoria??? E Galimberti? Si ricorda di quello che ha scritto dieci righe prima?

Esiste una morale nel nostro cervello?

Dal supplemento D di Repubblica n. 669, Sabato 31 Ottobre 2009, pag. 25

Alcuni giorni fa, recluso per colpa del Virus A e con troppi giornali da leggere, mi sono imbattuto in bel pezzo di Laura Boella, ordinario di Filosofia Morale all'Università di Milano. Come tutti i filosofi, Laura Boella sa maneggiare i concetti astratti. Quindi già dopo tre righe ci sorprende affermando che la violenza è un’ emozione, “basica” e “sanguigna” (la violenza? un’emozione????! boh...)

Ma da qui in poi è un crescendo. Impariamo per esempio che per quanto riguarda la morale "E' tutto governato dall'insula e dall'amigdala che interagiscono con la corteccia elevata" (?? Sapevamo della corteccia frontale, della corteccia superiore, ma quella elevata ...)

"Oggi sappiamo che non è la tavola dei valori che conta, il bene e il male, la corteccia, i secondi di reazione, ma perfino la pelle: è anche dal cuore che batte e dai peli che si rizzano che io decido che cosa fare. Io faccio una cosa giusta quando amo, o sbagliata quando odio."

E via così: viva la filosofia morale!